NORME PER LE POLITICHE DI GENERE E PER UNA NUOVA CIVILTA'  DELLE RELAZIONI TRA DONNE E UOMINI   

 

E’ stato realizzato  un  disegno di  legge che, nel contesto della crisi economica e di un evidente   indebolimento dei legami sociali,  rappresenti una  opportunità ed una occasione  di ripensamento della qualità della vita per le  donne e  gli uomini della regione. Il profondo cambiamento avvenuto in questi anni nel rapporto tra donne e uomini, basato sul valore della differenza e libertà femminile, impone una nuova etica della cittadinanza, fondata sul concetto di dipendenza reciproca. Questo concetto, che in un certo senso va oltre quello di libertà individuale, è radice profonda dell’esperienza umana e dovrebbe essere fonte primaria  della democrazia, ma non si è ancora tradotto in criteri di governo. Ed è precisamente questo  l’obiettivo ambizioso di questa legge.                                  

 Preambolo al disegno di Legge

 Nuove forme di cittadinanza e di convivenza, più giuste, più partecipate e propulsive delle differenze rispetto alle attuali, sono al centro di un’agenda politica che aspiri ad affrontare con consapevolezza la complessità del nostro tempo e ponga le basi di un futuro desiderabile. Nuove forme di cittadinanza e di convivenza si stanno già delineando a partire dalla libertà femminile e dal profondo mutamento nei rapporti tra uomini e donne avvenuto negli ultimi decenni. Non possiamo ignorare che la cultura a cui apparteniamo è in parte ancora segnata dall’organizzazione per ruoli, per primi quelli che separano gli uomini dalle donne. Ancora uomini e donne, coscienti o incoscienti di questo, agiscono costretti in vecchi stereotipi, che dividono e che solo apparentemente uniscono: da una parte il lavoro, dall’altra la cura. Ma oggi tutto questo è inattuale e soprattutto inattuabile, non solo perché la presenza sempre più attiva e competente delle donne nel governo della vita quotidiana e della cosa pubblica impone la valorizzazione del loro apporto e dei loro saperi, generativi di una nuova idea del vivere sociale, ma soprattutto perché il mondo di oggi ha bisogno della partecipazione consapevole, del lavoro e della cura di tutti.

E’ essenziale mettere al centro dell’attenzione politica, sociale ed economica la dimensione della relazionalità e dell’interdipendenza, che esclude la violenza e il senso individualistico e proprietario dei rapporti umani e dei rapporti con il vivente, che lega tra di loro gli esseri umani e questi agli altri esseri viventi, alle risorse naturali, produttive e culturali in un’ottica di condivisione delle responsabilità. Partire dall’esperienza della dipendenza reciproca è cosa nuova. Infatti, questa semplice verità che ci rende tutti simili, che è radice profonda dell’esperienza umana e che quindi dovrebbe essere fonte primaria della democrazia, non si è ancora tradotta in criteri di governo. E’ questa una nuova lettura delle relazioni, che deve vedere impegnati, per la sua realizzazione, gli attori che, nelle varie forme, governano il territorio.

Con questo obiettivo, la regione Umbria si propone di :

  • Sollecitare l'impegno di tutti, del pubblico e del privato, in una rinnovata, trasparente e fertile alleanza, per un modello di sviluppo giusto e solidale che, superando lo sperpero delle risorse comuni e l'appropriazione di pochi, metta al centro la soddisfazione dei bisogni materiali, culturali e spirituali delle donne e degli uomini di tutte le età nelle loro differenze. Uno sviluppo umano basato sul valore della sobrietà, sul saggio utilizzo delle risorse ambientali, della conoscenza e della ricerca e del patrimonio artistico e culturale della regione. Basato su un’idea ricca della” persona”, colta nella sua complessità multidimensionale e nelle sue differenze, di cui diritti, lavoro e cittadinanza si ripropongono come coordinate decisive.  
  • Promuovere nuove forme di convivenza civile, basate sulla coscienza rinnovata della dipendenza reciproca tra gli esseri umani, innanzitutto nei rapporti tra donne e uomini. Un ordine distorto di tali rapporti, fino alle forme diffuse di violenza, genera conseguenze negative in tutti gli ambiti del vivere individuale e sociale, dall’economia alla cultura, dalle relazioni interpersonali e familiari a quelle pubbliche, dal lavoro alla qualità dell’ambiente e della vita quotidiana, dalla salute alla sicurezza dei territori.
  • Impegnarsi a costruire una nuova civiltà di relazioni, nuove forme di rapporti tra uomini e donne, tra vecchi e giovani, tra genitori e figli, tra insegnanti e alunni, tra nativi e immigrati, tra sani e malati, tra governati e governanti, in un’ottica di capacitazione dei soggetti orientata a libertà effettive e nella prospettiva di promozione di un nuovo umanesimo fondato su legami di solidarietà e di responsabilità reciproca. 
  • Inventare luoghi e tempi di scambio, comunicazione e formazione, rafforzare le esperienze che hanno già dato buoni frutti, promuovere la cultura e l’informazione, i rapporti a livello internazionale, attingere dalle buone pratiche ispirazione per nuove azioni pubbliche ma, soprattutto,  lavorare nei modi, nei luoghi, nei tempi possibili, per affermare l’idea che il buon governo è opera di tutti e non può fare a meno di nessuno.

La Regione sottolinea la trasversalità delle politiche di genere rispetto all’insieme delle politiche pubbliche regionali: nel campo della salute, e non solo della salute riproduttiva, dell’organizzazione del lavoro e dell'economia, che deve mettere al centro la vita nella complessità dei suoi bisogni e delle sue aspettative di benessere e di senso, nell'ambito del welfare e dei tempi/ spazi delle città e della loro fruizione ottimale.

La Regione coordina le risorse e mette a sistema sul territorio un programma di interventi volto a promuovere la condivisione e l'attuazione di tale prospettiva presso tutte le amministrazioni locali dell'Umbria. Si propone di coinvolgere la società civile nelle sue varie articolazioni, il mondo del lavoro e della cultura, i soggetti istituzionali e non, in un comune impegno sociale e politico per una nuova civiltà di rapporti e di relazioni.